
Approccio ergonomico
Le problematiche correlate all’insorgenza di disturbi e patologie dell’apparato muscoloscheletrico, il cui trend negli ultimi anni è in continua crescita, vengono affrontate dal D.Lgs 81/08 (che mira alla eliminazione o alla riduzione al minimo del rischio di sovraccarico biomeccanico durante il lavoro), da specifiche norme tecniche, buone prassi e linee guida e sono oggetto dei più recenti Piani Nazionali e Regionali della Prevenzione.
La prevenzione degli infortuni muscoloscheletrici (”lesioni da sforzo”) e delle malattie professionali ‘correlate’ al sovraccarico biomeccanico, passa necessariamente attraverso l’applicazione dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione. In tale ottica, il datore di lavoro, adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati (i.e. attrezzature meccaniche) e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati che il progresso tecnico-tecnologico e l’esperienza sul campo mettono a disposizione.
Scopo principale di questa Banca delle Soluzioni è fornire indicazioni utili alla scelta di efficaci e fruibili misure di prevenzione (tecniche, organizzative e procedurali) relativamente alla movimentazione manuale di carichi (animati e non), a movimenti e sforzi ripetuti, all’assunzione di posture incongrue in grado di causare un sovraccarico biomeccanico. Oltre a promuovere l’adozione di misure tecniche, con questo contributo si vuole contestualmente ricordare la presenza di importanti misure di tutela, quali:
- informazione, formazione (generale e specifica), addestramento al corretto uso di ausili ed attrezzature ed a corrette manovre manuali;
- sorveglianza sanitaria preventiva e periodica secondo protocolli rispondenti a criteri scientifici efficaci e validati.
In particolare, informazione, formazione e addestramento possono migliorare la percezione del rischio e delle sue caratteristiche, facilitare l’adozione di misure organizzative e procedurali, consentire il corretto uso delle soluzioni tecniche. Una efficace sorveglianza sanitaria ed una piena collaborazione del medico competente, consentono, inoltre, di rilevare precocemente eventuali segnali di fallimento delle misure di prevenzione primaria e di individuare condizioni di lavoro sostenibili per il reinserimento dei lavoratori che abbiano subito le conseguenze di tale fallimento.
L’adattamento ragionevole delle condizioni di lavoro, a seguito di accurata valutazione dei fattori di rischio presenti (uso di forza/sforzi, ripetitività, posture obbligate, orari/ritmi/recuperi, vincoli organizzativi, ecc.) può evitare l’insorgenza e/o l’aggravamento di disturbi correlati al lavoro e può rendere compatibile l’inclusione e/o il reinserimento di soggetti con Ridotte Capacità Lavorative e con fattori individuali di rischio. La prevenzione deve essere, quindi, svolta in una logica finalizzata a produrre concreti risultati di salute, secondo criteri di Evidence Based Prevention (EBP) e di appropriatezza degli interventi definiti in funzione dei rischi specifici.
L'Approccio Ergonomico
La progettazione ergonomica rende il lavoro e il relativo ambiente compatibile con le caratteristiche, le necessità, le capacità e le limitazioni delle persone. L’applicazione dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione di cui all’art. 15 comma 1 lettera d) del D.Lgs 81/08 è una misura di tutela della salute e concorre in modo importante alla prevenzione di infortuni e di malattie, in particolare dei disturbi e delle patologie dell’apparato muscoloscheletrico. A tal fine, per progettare o riprogettare posti di lavoro o realizzare procedure di sicurezza efficaci, occorre conoscere e applicare sia i principi ergonomici di base, che le misure tecniche ed organizzative devono considerare: l’obiettivo è l’immediata eliminazione delle condizioni critiche ad alto rischio e la riduzione del rischio di esposizione fino al raggiungimento di condizioni accettabili.
Vengono riportati di seguito alcuni Principi di Base, un elenco di Condizioni Critiche ad alto rischio e un elenco di Condizioni di Accettabilità presenti nelle norme tecniche di ergonomia.
Principi di Base
Il recupero funzionale è il tempo che occorre agli arti superiori o al rachide di un lavoratore per ridurre il rischio espositivo da movimenti ripetitivi o movimentazione e trasporto:
per gli arti superiori occorre un recupero funzionale da 1 a 5 per un tempo complessivo minimo di un minuto (10 secondi di recupero e 50 secondi di lavoro ripetitivo – Micropausa) e un tempo complessivo massimo di un’ora (10 minuti di recupero e 50 minuti di lavoro ripetitivo). Il risultato ottimale per questo fattore di rischio lo si ottiene quando per tutto il tempo lavorato esiste il recupero funzionale degli arti;
per il rachide occorre un recupero funzionale di un’ora per ogni ora di movimentazione e trasporto manuale per ottenere un risultato ottimale di tale fattore di rischio. Il tempo dedicato ad attività di traino e spinta non è da considerarsi come recupero funzionale.
Peso massimo sollevabile
Il peso massimo che un lavoratore (maschio fra i 18 e 45 anni) può sollevare nel compiere un sollevamento è di 25 Kg in condizioni ideali. Le condizioni ideali si verificano quando la postura è ideale (il baricentro del peso movimentato si trova ad un’altezza verticale non superiore di 25 centimetri dalle nocche delle mani ed a una distanza orizzontale dalla colonna vertebrale non superiore ai 25 centimetri), la presa è buona in quanto non obbliga la mano a posture estreme, il peso è ben equilibrato e sollevato con entrambe le mani e le condizioni (micro)climatiche sono confortevoli (in particolare non calde).
Nelle stesse condizioni ideali, il peso massimo per una lavoratrice di pari età o per maschi di età inferiore a 18 anni o maggiore di 45 è di 20 kg. Per lavoratrici di età inferiore a 18 anni o maggiore di 45 il peso limite in condizioni ideali è 15 kg .
Il peso massimo che un lavoratore può sollevare e trasportare in una giornata di otto ore (Peso Cumulativo) è di 10000 kg se la distanza di trasporto è compresa tra 0 e 10 metri. Se il percorso aumenta, le condizioni ergonomiche e/o (micro)climatiche sono sfavorevoli tale valore si riduce ulteriormente. Esistono valori massimi di peso cumulativo per ora e minuto.
La forza
La forza necessaria per compiere un lavoro ripetitivo con gli arti superiori, anche per brevi intervalli di tempo, deve essere minimale. Qualora le mansioni necessitino di azioni che comportano picchi di forza occorre introdurre strumenti di lavoro che funzionino con energia propria (pneumatica, elettrica, ecc.), al fine di eliminare la forza manuale nel compito del lavoratore. L’introduzione di queste misure tecniche riduce notevolmente l’incidenza delle malattie correlate.
La frequenza
La frequenza di movimentazione manuale dei carichi che non può mai essere superata è di 15 movimentazioni al minuto ed è consentita solo in condizioni ideali e per compiti della durata massima di due ore consecutive. La movimentazione manuale dei carichi si considera occasionale quando è inferiore a una movimentazione ogni 5 minuti. Quando la movimentazione è occasionale, è effettuata in condizioni ideali e non vi è superamento del peso limite raccomandato, il rischio è accettabile.
Per la prevenzione delle patologie degli arti superiori la frequenza di 30 azioni/minuto in assenza di altri fattori di rischio (posture, recupero, forza) pone la lavorazione in un valore di rischio accettabile.
Condizioni critiche ad alto rischio
Sollevamento e trasporto
• La posizione delle mani all’inizio o alla fine del sollevamento è più in alto di 175 cm o meno di 0 cm rispetto ai piedi dell’operatore.
• La distanza orizzontale tra il corpo e il carico è maggiore della portata del braccio (>63 cm).
• Rotazione estrema del corpo (angolo > di 135° senza libertà di movimento dei piedi).
• Frequenza di sollevamento superiore a quella indicata per la durata del compito di sollevamento (es.: 8 sollevamenti al minuto per più di 120 minuti; 15 sollevamenti per compiti della durata massima di due ore).
• Presenza di carichi che superano i limiti per genere ed età (15-20-25 kg).
• Massa complessiva movimentata superiore ai limiti indicati per durata e distanza di cammino (es. superiore a 10.000 kg in 8 ore per distanze inferiori a 20 metri).
• Il percorso del sollevamento e trasporto prevede l’uso di scale.
Traino o spinta
• Necessità di usare forze massimali (≥ 8 sulla scala di Borg) per superare lo stato di fermo, accelerare, decelerare o mantenere il movimento.
• Tronco ruotato o piegato in modo significativo; mani al di fuori dell’ampiezza delle spalle; mani non davanti al corpo; mani al di sopra di 150 cm o al di sotto di 60 cm.
• Il pavimento è scivoloso (coefficiente di attrito dinamico inferiore a μ 0,40) e presenta irregolarità determinate da buche e rotture (percorribilità).
Compiti ripetitivi
• Azioni tecniche anche di un solo arto talmente veloci da non poter essere contate con la semplice osservazione diretta.
• Una o entrambe le braccia operano col gomito all’altezza della spalla per il 50% o più della durata del compito.
• Presa in punta di dita (pinch) per più dell’80% della durata del compito ripetitivo.
• Picchi di forza (≥ 5 sulla scala di Borg) per il 10% della durata complessiva del compito ripetitivo.
• Una sola pausa in un turno di 6-8 ore.
• Durata totale dei compiti ripetitivi superiore a 8 ore.
Condizioni accettabili
Sollevamento e trasporto
• Peso da 3 a 5 kg tenuto vicino al corpo, tra anche e spalle, senza asimmetria e per non più di 5 sollevamenti al minuto.
• Peso da 5 a 10 kg tenuto vicino al corpo, tra anche e spalle, senza asimmetria e per non più di 1 sollevamenti al minuto
Traino spinta
• Necessità di usare forza minima (≤ 2 sulla scala di Borg), con mani tenute entro l’ampiezza delle spalle e davanti al corpo, tra anche e metà del torace, con tronco eretto (non piegato e non ruotato), per non più di 8 ore.
Compiti ripetitivi
• Il compito ripetitivo viene eseguito per non più di 8 ore al giorno e con tutte le seguenti condizioni: gli arti superiori lavorano per meno del 50% del tempo della durata totale del compito ripetitivo; i gomiti sono al di sotto delle spalle per il 90% della durata totale del compito ripetitivo; non ci sono picchi di forza (superiori a 5 nella scala di Borg); uso di forza moderata (3 o 4 sulla scala di Borg ) per non più di 1 ora complessivamente; vi sono interruzioni utili di almeno 8-10 minuti ogni 2 ore oltre la pausa mensa; gli arti superiori non vengono mai a contatto con materiali a temperature sotto lo zero gradi centigradi.
Soluzioni Organizzative e Procedurali
Le soluzioni organizzative e procedurali sono principalmente misure in grado di emendare una condizione lavorativa sfavorevole per inadeguatezza di uno dei seguenti elementi o della loro combinazione: frequenza d’azione, durata del compito, rapporto e distribuzione del tempo di recupero funzionale e del tempo di lavoro, rotazione tra i compiti.
L’adozione e formalizzazione di procedure, istruzioni operative, divieti o altre buone prassi comportamentali (Rif. artt. 28, comma 2, lettera d) e 33, comma 1, lettera c) del D.Lgs 81/08), adeguatamente formalizzate, efficaci e “attuabili” va preceduta dalla consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti (RLS). Queste devono essere note a ogni lavoratore e oggetto di formazione/addestramento specifico per addetti e preposti in funzione dei loro rispettivi ruoli.
Sono riportati di seguito alcune puntualizzazioni relativi all’adozione di misure organizzative:
• se la soluzione è “sollevamento in 2 addetti” occorre che siano effettivamente presenti e disponibili 2 addetti;
• se le pause (recupero funzionale) sono adottate per ridurre il rischio, devono essere ben definite, formalizzate, rispettate e non costituire un onere per i lavoratori;
• se vi è la “rotazione” degli addetti su varie mansioni, diversamente sovraccaricanti (es. alternanza compito ripetitivo/controllo visivo) deve essere ben definita nei tempi e nelle modalità;
• se non sono adottate misure tecniche disponibili e non sono inserite pause all’interno del turno, la riduzione delle giornate di lavoro non può essere una misura organizzativa per ridurre il rischio.
Una buona soluzione tecnica, una volta individuata e acquisita, ha buone probabilità di essere adottata.
Una misura organizzativa o procedurale per essere efficace deve essere effettivamente e costantemente attuata e può confliggere con obiettivi di produttività. Ai fini dell’efficacia della strategia preventiva implementata, particolare importanza riveste la consapevolezza di tutti i ruoli aziendali e l’attivazione di una adeguata vigilanza interna (per es. da parte dei preposti) sull’utilizzo sistematico e corretto di ausili e attrezzature e sulla concreta applicazione delle misure organizzative e procedurali.